Storia

Luoghi storici del Lago di Lugano: le Grotte di Rescia meta turistica già dal ‘700

Le Grotte di Rescia, uno dei più meritevoli luoghi storici del lago di Lugano, come testimoniano alcuni scritti, erano già nel ‘700 meta di turisti provenienti da tutta Europa, soprattutto di viaggiatori provenienti dalla vicina Svizzera. Lo scrittore e geologo Johann Gottfried Ebel racconta di una visita alle Grotte di Rescia nella sua importante guida della Svizzera datata 1793:

Luoghi storici del Lago di LuganoIn questa insenatura c’è Rescia, che merita di essere veduta per la sua pittoresca situazione e per le sue grandi grotte piene di stalattiti“.

Le grotte erano allora raggiungibili solo tramite imbarcazione e visitabili grazie all’aiuto di una “guida” del posto, che munita di una scaletta e di una fiaccola accompagnava i turisti occasionali, come testimonia il pittore Johann Heinrich Meyer nel 1789:

“Approdammo a Rescia, nei pressi di una rara curiosità…Questa località merita di essere visitata da ogni amante della pittura di paesaggio […] L’insieme è così romantico che a stento ci si trattiene dal desiderio di passare qui i propri giorni, nel grembo della natura, lontano dal lusso e dallo strepito delle città. Nella casetta trovammo un vecchio che aveva cercato fortuna come soldato in Spagna, a Napoli e in Francia. Infine si era ritirato in questa pace leggiadra […]. Questo vecchio, che si chiamava Giacinto, prese dunque in spalla una scaletta e afferrò una fiaccola: noi lo seguivamo nelle grotte. […] L’acqua che sgocciola dall’alto crea in queste caverne una musica continua, simile al sussurrio di ninfe loquaci, e i coni stalattitici, bagnati, risplendono alla luce della fiaccola.”.

In seguito a questi resoconti l’interesse per le grotte come uno dei luoghi storici del lago di Lugano crebbe tanto che, alla fine dell’ ‘800, constatata la valenza turistica del luogo, le sette Grotte di Rescia vennero illuminate elettricamente e collegate tra loro dall’Ingegner Chiverny. Numerose cartoline d’epoca realizzate nel 1933 testimoniano come queste attrazioni naturali del porlezzese venivano pubblicizzate.

 

Disegno di Johann Heinrich Meyer